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FICHI CARAMELLATI 350 g

I fichi caramellati Oltresole sono una confettura artigianale contenente soli prodotti selezionati dal nostro territorio. Nel passato per poterli consumare durante l’inverno, venivano raccolti leggermente acerbi, caramellati con lo zucchero sulla stufa e conservati nei vasetti di vetro. I fichi caramellati Oltresole preparati con solo l’aggiunta di zucchero e succo di limone rievocano quindi i sapori tipici della tradizione: una ricetta molto semplice, ma così gustosa da sorprendere qualsiasi palato. Deliziosi da abbinare a formaggi freschi o stagionati, puoi utilizzarli per i tuoi antipasti o per le tue ricette più creative, come i dolci al cucchiaio. Un prodotto versatile e dalle grandi potenzialità gastronomiche tutte da scoprire. Realizzati con metodo artigianale, senza conservanti, coloranti e aromi.

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CNFCCMPO350

Valori nutrizionali su 100g

Valore energetico
211,03 kcal – 885,00 Kj
Carboidrati
52,63 g
di cui zuccheri
52 g
Grassi
0,26 g
di cui saturi
0 g
Proteine
1,15 g
Sale
0,01 g
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Ideali ad inizio pasto insieme a formaggi morbidi oppure a conclusione di pranzi e cene con formaggi stagionati come il formaggio di Fossa o un Parmigiano Reggiano invecchiato di 36 mesi e un buon bicchiere di Passito.
I fichi sono ricchi di potassio, ferro, calcio e vitamine del gruppo A, B1, B2, B6, PP e C. I semi, le mucillagini e le sostanze zuccherine contenute in questo frutto, fresco o secco, esercitano delicate proprietà lassative, utili, per esempio, ai bambini, in quanto stimolano la peristalsi intestinale. Nei fichi freschi sono contenuti enzimi digestivi che facilitano l'assimilazione dei cibi.
Per gli induisti e i buddhisti i fichi rappresentano il simbolo della conoscenza e della verità. I sicofanti (dal greco sukon, “fico”, e phainein, “indicare, mostrare”) nell'antichità erano coloro che denunciavano i furti di fichi dagli orti sacri. Per estensione, oggi il termine viene rivolto a chi si è comportato in modo sleale. Plutarco narra come il fico anticamente aveva una valenza sacra ed era legato alle origini di Roma. Pare infatti che la cesta contenente Romolo e Remo, non fu trascinata dalla corrente del Tevere che era straripato, ma si arenò miracolosamente sotto un fico selvatico: proprio all'ombra di questo fico la lupa nutrì i due gemelli e della pianta, divenuta quindi sacra, si presero cura i sacerdoti del dio. Il lattice di foglie e rametti di fico è stato usato in passato per far cagliare il latte nella produzione di formaggi artigianali.