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Ein Hungerkünstler, letteralmente Un artista della fame, ma tradotto e conosciuto in Italia come Il digiunatore, è un racconto di Franz Kafka, da cui prese nome anche l’omonima raccolta di quattro storie. Si tratta di uno dei pochi testi che l’autore ha voluto pubblicare in vita e venne stampato per la prima volta nel 1962 all’interno di un periodico.

Il protagonista, ovvero l’"artista della fame", pratica il digiuno estremo come forma d'arte. È un personaggio estremamente kafkiano, un emarginato e uno sconfitto. E il racconto tratta dei temi legati a questa condizione: la solitudine, l’isolamento, il fallimento, l’arte, l’ascetismo e, infine, la morte.

Inizialmente questo “professionista della fame” viene applaudito ed elogiato dal pubblico che lo guarda con meraviglia. Ma ben presto lo stupore si accompagna al sospetto. Per avere la certezza che non mangi di nascosto, viene rinchiuso in una gabbia, dove viene controllato e giudicato. Dopo qualche tempo, però, il digiuno smette di andare di moda, il pubblico cala e il digiunatore si ritrova a lavorare in un circo. Qui il pubblico lo ignora, preferisce osservare gli animali, che divorano con voracità il cibo. L’artista della fame viene dimenticato, fino a morire di quella fame che lo aveva reso così celebre.

"Ho sempre voluto che ammiraste il mio digiuno", proseguì il digiunatore. "E noi infatti lo ammiriamo", fece il guardiano, con una certa condiscendenza. "Invece non dovete ammirarlo", replicò il digiunatore. "E allora non lo ammireremo", rispose il guardiano, "ma spiegami perché non dovremmo farlo". "Perché io devo proprio digiunare", riprese il digiunatore, "non posso farne a meno". "Ma senti un po`", disse il custode, "e perché mai non potresti farne a meno?". "Perché", disse il digiunatore "non sono mai riuscito a trovare il cibo che mi piacesse. Se l’avessi trovato, credimi, avrei fatto meno storie e mi sarei abbuffato proprio come te e tutti gli altri".

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