“Cioè, in un certo senso è un club culinario”, risposi. “Ma il punto non è soltanto il cibo. È il modo in cui affermiamo noi stesse in uno spazio. In diversi spazi. Il punto è rivendicarne di più.”
“E come fate?”
Indicai il mio piatto. “Be’” dissi. “Mangiamo. Mangiamo quanto vogliamo. Diventiamo più grandi. Occupiamo spazio con i nostri corpi, in un certo senso”.
Le divoratrici, romanzo d’esordio di Lara Williams, ha come perno l’appetito. E in particolare l’appetito in senso ampio: l’appetito come desiderio. L’autrice racconta, infatti, la storia di un gruppo di donne che si rifiutano di farsi piccole e rivendicano il loro spazio proprio tramite il cibo, fregandosene del giudizio degli altri e degli stereotipi. Sono donne che si liberano dalle costrizioni, slacciandosi il bottone dei pantaloni e mangiando fino a scoppiare.
Le divoratrici dimostra come un’azione semplice e banale, come quella del mangiare, può diventare un gesto rivoluzionario e liberatorio. È un romanzo che ti va venire voglia di metterti ai fornelli a cucinare il tuo piatto preferito, perché sì, te lo sei meritato.
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