Negli ultimi anni, in Italia, c’è stata una vera e propria riscoperta del grano saraceno. In particolare è stato rivalutato per l’assenza di glutine, che lo rende un prodotto adatto a chi soffre di celiachia. Inoltre, è un alimento ricco di proprietà, come abbiamo raccontato nell’articolo sulle caratteristiche del grano saraceno.
Grano saraceno: un aumento della richiesta
Questa rivalutazione, ha portato a un aumento della richiesta di grano saraceno, di cui, però, non ci sono ancora abbastanza coltivazioni in Italia, a parte in zone specifiche in cui il grano saraceno fa parte della tradizione culinaria, come nel caso della Valtellina e dei suoi pizzoccheri. Per ora, quindi, la maggior parte del grano saraceno viene importato dall’estero, in primis da Cina e Polonia.
Una cultura rustica e versatile
Quella del grano saraceno è una coltura rustica e per questo adatta all’agricoltura sia integrata sia biologica, ma anche al recupero di aree marginali. È anche una coltivazione cosiddetta intercalare, ma anche multifunzionale, poiché il grano saraceno è utilizzabile per tanti e vari scopi, come per il foraggio, l’erboristeria, oltre che per l’alimentazione.
Dunque, si prospetta e si auspica una crescita della richiesta del grano saraceno, così come quella dell’aumento delle coltivazioni locali, così da avere grano saraceno di origine italiana.
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