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Uno dei dolci più famosi ed emblematici della letteratura novecentesca è la madeleine di Proust.

Nel romanzo Alla ricerca del tempo perduto, è proprio il sapore di questo piccolo dolce a scatenare una serie di ricordi:

“Al mio ritorno a casa, mia madre, vedendomi infreddolito, mi propose di bere, contrariamente alla mia abitudine, una tazza di tè. Dapprima rifiutai, poi, non so perché, cambiai idea. Mandò a prendere uno di quei dolci corti e paffuti che chiamano Petites Madeleines e che sembrano modellati dentro la valva scanalata di una “cappasanta”. E subito, meccanicamente, oppresso dalla giornata uggiosa e dalla prospettiva di un domani malinconico, mi portai alle labbra un cucchiaino del tè nel quale avevo lasciato che s’ammorbidisse un pezzetto di madeleine. Ma nello stesso istante in cui il liquido al quale erano mischiate le briciole del dolce raggiunse il mio palato, io trasalii, attratto da qualcosa di straordinario che accadeva dentro di me. Una deliziosa voluttà mi aveva invaso, isolata, staccata da qualsiasi nozione della sua casa. Di colpo mi aveva reso indifferenti le vicissitudini della vita, inoffensivi i suoi disastri, illusoria la sua brevità, agendo nello stesso modo dell’amore, colmandomi di un’essenza preziosa: o meglio, quell’essenza non era dentro di me, io ero quell’essenza.”

La madeleine, o petit madeleine, è un tipico dolce francese di piccole dimensioni a forma di conchiglia. La ricetta è semplicissima e prevede l’uso di uova, burro, farina e zucchero. Ma, ovviamente, va assaggiata inzuppata in una tazza di tè!

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