

Perfetti per una casereccia pasta fresca con una punta di peperoncino, ma per ogni regione c’è la sua variazione. Possono essere aggiunti a una corposa zuppa di legumi misti, cereali e verdure oppure come contorno di pesce, molluschi e crostacei, specialmente cozze e gamberetti.
Il folato contenuto in questi legumi secchi aiuta a mantenere i giusti livelli di omocisteina, una sostanza presente nel sangue che, quando supera un certo livello, accresce il rischio di problemi cardiovascolari. Sono anche ricchi di sali minerali, in particolare di magnesio, fosforo, calcio e potassio, oltre a contenere ottime quantità di vitamina C e di vitamine del gruppo B.
Questo legume ha qualcosa in comune con il cognomen di uno dei più illustri cittadini romani del primo secolo avanti Cristo, Marcus Tullius Cicero: Cicerone era così chiamato per un’escrescenza sul naso di un suo antenato, che ricordava nella forma un cece, in latino cicer. Il nome scientifico della pianta è infatti Cicer arietinum, ma era nota molto prima di caratterizzare il cognomen di Cicerone, risulta che fosse già coltivata in abbondanza durante l’età del bronzo. Grazie all’alto contenuto proteico e alle proprietà energetiche, i ceci sono sempre stati utilizzati nell’alimentazione dalle popolazioni che li conoscevano e attualmente sono i legumi più diffusi dopo soia e fagioli. I paesi che ne producono la maggiore quantità sono: India, Australia e Pakistan.